La situazione del lavoro giovanile in Toscana

In Italia, il mercato del lavoro giovanile continua a presentare sfide significative. I tassi di disoccupazione giovanile, sebbene in lieve calo, rimangono elevati.
Secondo i dati Istat aggiornati al primo trimestre del 2024, il tasso di disoccupazione giovanile nazionale è sceso al 22,7%, un miglioramento rispetto al 23,7% del 2022, ma ancora molto al di sopra della media europea​ (Istat)​. Questo contesto di fragilità economica e sociale influisce negativamente sulla transizione dei giovani verso l’età adulta, ritardando l’indipendenza economica e la formazione di nuove famiglie. Per quanto riguarda la situazione del lavoro giovanile in Toscana, la nostra regione mostra alcune peculiarità rispetto al panorama nazionale. Nel 2023, il tasso di disoccupazione giovanile nella regione è sceso al 17,8%, un dato migliore rispetto alla media nazionale, ma comunque indicativo di una situazione complessa. Questo calo è stato più pronunciato tra le giovani donne, il cui tasso di disoccupazione è sceso dal 20,6% al 16,7%​.

 

Situazione del lavoro giovanile in Toscana: precarietà lavorativa e NEET

La precarietà lavorativa resta una sfida significativa per i giovani toscani. Sebbene ci sia stata una lieve crescita nelle opportunità di lavoro, molti giovani sono costretti ad accettare contratti part-time o a termine. Ad esempio, a Prato, le retribuzioni orarie rimangono basse, rendendo difficile per i giovani raggiungere l’indipendenza economica.
Il fenomeno dei NEET (Not in Education, Employment or Training), ossia i giovani che non studiano né lavorano, ha mostrato una diminuzione significativa in Toscana, passando dal 13,8% all’11% nel 2023​. Tuttavia, alcune province, come Grosseto e Pisa, sono ancora fortemente colpite da questo problema. È cruciale attuare politiche attive che possano reintegrare questi giovani nel mercato del lavoro o nei percorsi formativi.

 

Lavoro giovanile in Toscana: previsioni occupazionali per il 2024

Secondo un’analisi della CCIAA Toscana Nord-Ovest – che riportiamo nella sua interezza, in calce a questo articolo, n.d.r. – le previsioni occupazionali per il primo trimestre del 2024 mostrano segnali incoraggianti nelle province di Lucca, Massa-Carrara e Pisa:

  • Lucca: Le imprese prevedono di assumere oltre 9.200 unità, con una crescita dell’8% rispetto all’anno precedente. Il 36% delle assunzioni riguarda personale con qualifica di formazione o diploma professionale, mentre il 32% richiede un livello di istruzione secondario. La scuola dell’obbligo è sufficiente nel 20% dei casi, e l’11% delle richieste riguarda laureati. Il 70% delle nuove assunzioni interessa lavoratori sotto i 45 anni​.
  • Pisa: Le previsioni indicano quasi 9.500 assunzioni, con una crescita del 5% rispetto al 2023. Le imprese cercano principalmente personale con qualifiche di formazione o diploma professionale (34%) e diplomati di scuola secondaria (32%). Il 19% delle assunzioni richiede solo la scuola dell’obbligo, mentre il 13% richiede una laurea​​.
  • Massa-Carrara: Si prevede l’assunzione di 1.350 unità, con un incremento del 3% rispetto all’anno precedente. Questo incremento, sebbene modesto, rappresenta un segnale positivo per la provincia​​.

Nonostante le difficoltà economiche, la Toscana presenta una percentuale relativamente bassa di giovani che vivono ancora con i genitori rispetto ad altre regioni italiane. Tuttavia, oltre il 60% dei giovani tra i 18 e i 34 anni non ha ancora lasciato la casa familiare, un valore comunque alto rispetto agli standard europei​. La regione mostra anche un tasso di fecondità tra i più bassi d’Italia, con una significativa riduzione del tasso di fecondità totale nelle principali città come Firenze e Siena. Le previsioni demografiche per la Toscana indicano una possibile ripresa della quota di popolazione giovanile solo dopo il 2033, ma questa è fortemente legata alle dinamiche della fecondità delle nuove generazioni. Per affrontare queste sfide, è cruciale implementare politiche mirate che possano sostenere l’occupazione giovanile, promuovere la formazione continua e incentivare l’autonomia dei giovani.

 

La risposta di CSE: la formazione continua

In un contesto come quello che ci viene prospettato dalla situazione del lavoro giovanile in Toscana fino a qui analizzata, una possibile soluzione a questa precarietà occupazionale è rappresentata dalla formazione.

CSE ha infatti scelto di puntare sulle nuove generazioni attraverso la formazione e la valorizzazione dei nuovi talenti per sfruttare finestre di collocamento aperte: apprendistati e tirocini mirati all’inserimento definitivo in azienda; formazione dei giovani con corsi di formazione continui volti alla crescita professionale e personale all’interno dell’azienda, affiancamento costante durante il periodo di formazione, il tutto nell’ottica di una crescita personale e professionale finalizzata all’avanzamento di carriera.

CSE crede nell’Importanza di una formazione continua quale unico investimento di successo in una prospettiva a lungo termine.
Una formazione completa e un aggiornamento continuo sono essenziali per dotare le persone delle conoscenze, competenze e abilità necessarie per operare con consapevolezza e sicurezza in qualsiasi settore. Investire nella formazione degli individui crea una forza lavoro più competente, motivata e adattabile, contribuendo così al successo a lungo termine delle organizzazioni.
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Lavoro e formazione in Toscana – Primo trimestre 2024